Nuove raccomandazioni dal Consiglio d'Europa

Il Consiglio europeo raccomanda maggiore trasparenza e rispetto della privacy. Soprattutto a motori di ricerca e social network.

Nuove tecnologie comportano nuove attenzioni, e in questi anni le politiche europee si sono date molto da fare in questo senso. Il web è una fonte inesauribile di dati e informazioni ma deve anche essere costruito in modo da tutelare gli utenti e i navigatori, soprattutto quando i dati “sensibili” li riguardano da vicino.

Così, il Consiglio Europeo ha aggiunto un nuovo tassello contro il furto informatico di identità. E lo ha fatto con due raccomandazioni: ai motori di ricerca ha richiesto maggiore trasparenza per la selezione, il riordino o la cancellazione dei dati; mentre ai social network ha chiesto di sensibilizzare gli utenti sulla privacy, con un linguaggio chiaro e comprensibile. In particolare, in questi giorni, le bacchettate si sono rivolte a Facebook e al suo metodo di caricamento e riconoscimento delle immagini personali. Come molti sanno, Facebook “suggerisce” l'identità di una persona con la semplice digitazione di alcune lettere.

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L'azzardo non è un gioco

L'industria delle scommesse on line è un mercato dalle cifre colossali, che non conosce crisi. Spesso a farne le spese sono i più vulnerabili.

Fra i costanti pericoli da cui bisogna difendersi on-line, ci sono sicuramente i giochi a scommesse.
I Monopoli di Stato contrastano quotidianamente i siti illegali, inserendo nelle cosiddette “black list” quelli che contengono truffe. Gli aggiornamenti sono periodici: l'ultimo è del 6 aprile 2012 e contiene ben 3.924 siti, in particolare quelli che offrono poker e giochi da casinò. La legge a cui fa riferimento l'ordinamento è l'art. 1 della Legge Finanziaria del 2006.

Quella dei giochi on-line è un'industria redditizia, in continua espansione. Fra le varie modalità di scommesse, quelle su internet sono le più frequentate, a dimostrazione di quanto ci sia ancora da fare per proteggere gli utenti. Si pensi che, solo in Lombardia e solo per il mese di febbraio, su un totale di 856.4 milioni di euro spesi per il gioco, ben 162.1 milioni sono giunti on line.
Secondo un conteggio ancora più impressionante, nel primo bimestre del 2012 la spesa pro-capite è stata di circa 65 euro, quasi un euro al giorno, per un totale di 3 miliardi e 318 milioni di euro. Cifre da mal di testa.

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Videogiochi che fanno bene, videogiochi che fanno male

I videogiochi migliorano le capacità ricettive, ma in alcuni casi diminuiscono la capacità di controllare le emozioni. Vediamo cosa dice la scienza.

C'è chi ne parla bene, chi ne parla male. Di solito i videogiochi creano questo spartiacque. Negli ultimi mesi si sono accumulati studi scientifici che tentano di analizzare la questione da diversi punti di vista. Un articolo sul Venerdì di Repubblica, del 30 marzo 2012, fa il punto della situazione.

Tempi di decisione ridotti, senza sacrificare la precisione. L'Università di Rochester e della Southern California ha fatto un test: presa una serie di persone, ha fatto loro scegliere fra diverse opzioni, e poi gli ha chiesto di compiere un'azione. La campionatura è avvenuta fra donne e uomini adulti, che video-giocano abitualmente oppure no. La differenza si è notata subito. I giocatori di videogame sono molto più veloci nel prendere decisioni, circa il 25% in più rispetto agli altri. I più bravi, dice l'articolo, scelgono in 6 secondi senza nemmeno sacrificare la precisione, a differenza della media non-videogiocante che impiega circa 24 secondi.

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