“Non fare nella vita online ciò che non faresti nella vita reale"

Google e il progetto Safe Social Media uniti da un obiettivo comune: preservare la sicurezza e la privacy dei minori sul Web

Mai prima nella storia dell’umanità c’è stata tanta disponibilità di accesso alla conoscenza”. Nessuno può mettere in dubbio l'affermazione di Francisco Ruiz in riferimento ad Internet. Ma chi ha nella rete il suo habitat naturale ed è responsabile del Centro Family Safety di Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, sa anche che “la maggior piattaforma di innovazione dell'uomo comporta rischi se non utilizzata correttamente. E i rischi bisogna conoscerli”. Come distributore di contenuti, il gigante Google ha desiderato fare grandi passi avanti per facilitare l'informazione all'utenza, anche quella più giovane.

Elencando i punti principali con le dita di una mano, Ruiz espone tutto ciò che secondo lui è necessario fare affinché i giovani possano navigare in Internet in un ambiente sicuro:
1. Coinvolgimento di genitori e di educatori verso le nuove tecnologie;
2. Avvertire le famiglie dei pericoli e offrire consigli su come affrontarli;
3. Collaborazione tra le organizzazioni coinvolte nella protezione dei bambini, nel settore tecnologico e nell'amministrazione;
4. Costruire adeguate politiche pubbliche fin dalle prime fasi di istruzione. Nel suo approccio positivo verso l'uso di Internet e dei social networks, Safe Social Media coincide con i principi sostenuti da Google. Sostenuto dai fondi della Commissione Europea, questo progetto si muove nel campo della prevenzione, ma soprattutto pone l'accento sulla riduzione dell'impatto della violenza tra gli adolescenti attraverso i social media. Dal 2011, un team di specialisti è responsabile della formazione di una metodologia che studia lo stile di vita dei giovani e il tempo che dedicano ai videogiochi e a Internet. I risultati accumulati evidenziano come le nuove tecnologie stiano cambiando i loro metodi di comportamento, e i loro relativi modelli.
Di conseguenza, Safe Social Media rivolge i suoi sforzi ad orientare un uso responsabile dei social media tra i 5.000 studenti di 30 scuole in Spagna, dove svolge la sua attività pedagogica. Nonostante i pericoli siano latenti, i giovani spesso sono esposti a contenuti violenti e a materiale sessualmente esplicito, che possono condurre a comportamenti aggressivi e persino confondere la realtà e assimilare tali contenuti alla normalità. Nel suo desiderio di fare proprio il Decalogo dei quattro punti indicati da Francisco Ruiz, Google e Social Media Safe vedono come fondamentale il coinvolgimento da parte di tutti i rappresentanti della società. Comprese le compagnie tecnologiche che possono sviluppare sistemi di controllo per impedire l’infiltrazione di contenuti indesiderati.

Strumenti di controllo sicuro
Internet è un flusso quasi infinito di contenuti, al quale si può accedere in diversi modi e che può fornire ogni tipo di contenuti, buoni e cattivi. Di questo si è reso conto Google fin dal momento in cui ha iniziato a raggiungere tutte le parti del pianeta. “Sebbene il mondo digitale formi una parte essenziale nella vita delle nuove generazioni nel suo modo di relazionarsi e condividere, resta il fatto che, nel caso dei minori, è importante stabilire un controllo", dice Francisco Ruiz. In questo senso, come consiglia il progetto Safe Social Media, sono i genitori che devono prendere l'iniziativa, e capire cosa vogliono che i propri figli consumino oppure no.
E Google è una di quelle aziende tecnologiche che offrono gli strumenti adatti affinché gli utenti possano gestire la sicurezza su Internet.Anche se nessun filtro è risolutivo al 100% nell’eliminare contenuti inappropriati o specificatamente selezionati come spazzatura, strumenti come Safe Search sono molto efficaci per escludere siti che includono contenuti sessuali espliciti e per eliminarli dai risultati della ricerca. Nel frattempo, su Youtube è stata introdotta una modalità di sicurezza, la cui attivazione impedisce nelle ricerche video con contenuti per adulti o che presentano limiti di età, incluso commenti nascosti inaccettabili. Ma Google ha anche creato strumenti attraverso i quali l'utente può segnalare contenuti che non dovrebbe apparire su siti come Youtube, Blogger, Google Buzz e Picasa Web Album. In questo modo si invita la comunità a partecipare, a contribuire a un bene comune come quello della sicurezza.
Inoltre questi strumenti contribuiscono a generare tranquillità nei genitori, soprattutto quando il 42% dei bambini spagnoli usa il computer nella propria stanza. Questo non deve nascondere un’altra statistica più preoccupante. Secondo uno studio di Safe Social Media, su 7.000 interviste realizzate solo uno su due adolescenti interpellati ha dichiarato di aver ricevuto dal padre consigli sull'utilizzo di Internet e dei video giochi. Rispetto a quest'ultima forma di intrattenimento elettronico, c'è un dato che va ancora oltre: il 72% non gioca mai o quasi mai con i propri figli. Una volta di più, pericoli quali la violenza e la pornografia minacciano di infiltrarsi in famiglie in cui la passività e l'apatia dei genitori possono lasciare il segno, a volte con un prezzo altissimo.

Atteggiamento positivo
L'approccio a Internet, per molti adulti, è un tema ancora da affrontare, mentre per i bambini è il pane quotidiano. “Questa è probabilmente la prima volta nella storia umana nella quale i bambini sono, rispetto ai genitori, più esperti in qualcosa”, dice Javier Rodriguez Zapatero, CEO di Google. È per questo motivo che i genitori devono essere consapevoli della cultura digitale. Gli esperti consigliano sempre di accostarsi al mondo Internet con gli occhi e la mente ben aperti, non solo per quanto riguarda l'interesse personale, ma con il chiaro proposito di voler capire il tipo di consumo, di contenuti, e di interazione tipica dei proprio figli.   
Attraverso il progetto Safe Social Media, questo atteggiamento positivo deve prevalere. Così da creare un clima di fiducia che è, a sua volta, il modo migliore per guidare i bambini verso un uso responsabile dei nuovi media sociali. In linea con questa idea, Francisco Ruiz afferma che “i genitori devono affrontare Internet già dalla conoscenza del suo uso. In questo modo potranno avvicinarsi e guadagnarsi di più la fiducia dei propri figli, per parlare con loro dei vantaggi del Web e anche per segnalarne i rischi. Devono essere complici”. Incoraggiare i figli a condividere le loro esperienze con i genitori, giocare insieme su Internet è una delle chiavi per evitare future situazioni di disagio che, senza questa fiducia, potrebbero diventare un problema serio. “Questo sì, ma non si deve mai proibire. Piuttosto che proibire, educare,” ha dichiarato Francisco Ruiz. Occorre tener conto che i bambini crescono e diventano più indipendenti, reclamano più spazi in cui possano relazionarsi con altre persone, senza l'intermediazione dei genitori. Per questo è fondamentale che, al momento opportuno, gli si insegnino le regole base per identificare i rischi, in particolare quelli associati alla condivisione di informazioni con altri utenti tramite social network, chat ed e-mail.   
Varie volte si raggiunge un terreno paludoso a causa di ingenuità e innocenza. Questo succede quando, senza farci caso, si supera un confine che non distingue più il comportamento del mondo reale da quello virtuale. “Evitarlo, ha dichiarato Francisco Ruiz, è tanto semplice quanto applicare questa massima: non fare nella vita on-line ciò che non faresti nella vita off-line. Come non lasceresti i tuoi documenti in un parco, non lasciare che qualcuno acceda alle tue foto o ai tuoi dati personali attraverso Internet. Bisogna avere un'attenzione particolare verso la nostra privacy”.
Questa filosofia di non aprire la porta agli sconosciuti, basata sul senso comune e su una certa formazione, è ciò che il progetto Safe Social Media trasmette in sessioni di varie ore agli alunni dai 12 ai 17 anni. L'interattività con i bambini consente ad uno specialista di conoscere i loro gusti e le loro motivazioni, il loro stile di vita. A causa dell'età, anche il livello e il tipo di briefing è diverso. Creato il "buon ruolo", si invita la classe a riflettere sui modelli positivi e negativi derivanti dall'uso dei videogiochi, social network ed Internet. Questa esperienza formativa è ulteriormente espressa nella figura di un giornalista, per genitori e insegnanti della scuola, nella quale è possibile esaminare le reazioni dei giovani ai temi trattati e come concerne il suo carattere.
Azioni di questo tipo sono valutate da Francisco Ruiz, come “incoraggianti. È un ottimo modo per acquisire abitudini di comportamento costruite sulla differenza tra ciò che conviene oppure no. Iniziative come quelle di Safe Social Media sono importanti perché agiscono non solo sull'orientamento tra i bambini e le loro relazioni con le nuove tecnologie, ma anche sui benefici che l'immersione nella cultura di Internet suppone per i genitori, in modo che dall'interno possano imparare e condividere con i propri figli".

Ultimo aggiornamento (Venerdì 08 Giugno 2012 09:48)

 
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